Pablo Bacchetti, un musicista un poeta. Mario Cappa, astrattismo extraterrestre.

di Mattia Bacchetti

Non rappresenta una semplice raccolta di poesie e disegni, ma un affascinante dialogo a distanza tra due artisti, un intreccio di parole e immagini ispirato dall’intimo rapporto tra due amici.
L’idea, nata dal desiderio del padre di riportare alla luce gli scritti del figlio – scomparso in una grigia sera di settembre del 1998 – da oltre dieci anni nascosti in libretti ormai pieni di polvere, in fogli sparsi chiusi in cassetti quasi dimenticati; rivela un percorso creativo, un segmento di vita che coinvolge ed emoziona.
Ne risulta uno splendido ricordo, un diario diventato un libro, un testo introspettivo nel quale Pablo rivela i suoi più intimi pensieri.

A far da sfondo ai testi del giovane poeta e musicista bresciano – membro e leader negli anni novanta, insieme ad Ernesto Folli e Roberto Rassega (Billi), de “I Bambini dell’Asilo”, una delle più belle e promettenti realtà musicali dell’ambiente indie italiano dell’epoca – sono i disegni di un altro artista difficilmente etichettabile in schemi preconfezionati.
Ininterpretabile da concetti razionali, l’arte di Mario Cappa si concede e si rivela come un momento inaspettato, illogico, a tratti provocatorio.

È un’emozione che colpisce per la sua complessa semplicità, la cui essenza si nasconde nell’istinto e nella sperimentazione, nella ricerca di un qualcosa che va oltre.
Forse è proprio questa la chiave di volta per cercare di capire l’intreccio tra le poesie di Pablo Bacchetti e le raffigurazioni di Mario Cappa: necessario è dimenticarsi la strada del senso e provare ad assaporare sulla lingua parole ed immagini, gustarne il suono e, senza porsi domande, lasciarsi trasportate dai tratti nervosi della matita del pittore, come fossero irrazionali veicoli emotivi.

Definire – o meglio interpretare – un poeta non è un compito semplice.
Parlando di Pablo preferisco usare le sue stesse parole:

“è un poeta
colui
che si fruga le narici
in cerca
di tesori (…)”.

Impossibile è risolvere l’enigma che rivela il significato intrinseco delle poesie di Pablo che, al contrario, mantengono una patina malinconica, a tratti cupa, spesso sofferta.
Tra le righe si leggono parole d’amore che rivelano dualità e contrasto e dalle quali emergono disordinati pensieri che nascondono tutta l’incertezza e la tenera genuinità che distingue i tratti del giovane poeta e compositore.

Ad introdurre le composizioni di Pablo nel testo è l’importante fotografo e regista bresciano Gian Butturini – da sempre caro amico di Pablo e del padre – scomparso nel 2006 dopo una vita trascorsa a raccogliere e documentare, con straordinaria umanità, attimi di vita quotidiana, storie di uomini e di paesi, fissando, nel tratto indelebile della propria macchina fotografica, sguardi, momenti ed emozioni.
Sono invece Stefano Corsini, scrittore ed insegnante di italiano, e Franco Ghigini, musicologo e compositore, che introducono e omaggiano – ognuno con una propria chiave di lettura ed ognuno coinvolti da un diverso legame con l’artista – il lavoro del pittore Mario Cappa.

Chiude il testo una poesia di Tino Campetti, affezionato amico del padre di Pablo che, affascinato dagli scritti del giovane musicista bresciano, dedica una sua breve composizione a quest’ultimo.
Per la loro amicizia e la loro vicinanza alla famiglia di Pablo, nel testo vengono ringraziati Giulio Toffoli ed Eugenio Pelizzari.
Un ringraziamento speciale va inoltre a Lou Marini – geniale saxofonista ed interprete blues, famoso soprattutto per la sua apparizione nel cult movie anni ottanta “The Blues Brothers” – interprete con sincera e profonda passione di un pezzo composto e dedicato a Pablo dal padre: ”El me pütì”; una triste melodia dalla quale riecheggia, malinconico, un affettuoso messaggio inviato dal padre al proprio figlio.
Le traduzioni delle poesie in inglese e spagnolo sono state affidate a Virginia Arici, Sofia Guadalupe Valdez Molina, Alexis Penalver Rodrigues e Giulio Rinaldi.

il libro “Pablo Bacchetti, un musicista un poeta. Mario Cappa, astrattismo extraterrestre” è disponibile su ordinazione presso SBM (contatti)

Ref: http://www.valsabbianews.it >>
(http://www.vallesabbianews.it/notizie-it/Per-ricordare-Pablo-9609.html )

1 Responses to Pablo Bacchetti, un musicista un poeta. Mario Cappa, astrattismo extraterrestre.

  1. Mattia ha detto:

    spero di vedere presto poesie e quadri esposti in una mostra…

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